mercoledì 5 settembre 2012

Il grande freddo alla base della nascita del nostro Universo


Oggi una parte consistente dei fisici sta lavorando alla teoria delle stringhe come una delle teorie per unificare la gravita’ con la meccanica quantistica. Anche se da un punto di vista matematico questa teoria e’ molto elegante da un punto di vista fisico ancora non riesce a fare predizioni e quindi ad essere accettata come la teoria del tutto.
Oltre alla teoria delle stringhe esistono altri modelli che cercano di conciliare la gravita’ di Einstein con la meccanica quantistica di Heinsberg/Schrodinger. Tra queste oggi  vogliamo parlare di quella che bizzarramente I suoi autori chiamano  la quantum graphity. L’idea e’ quella di dimostrare che lo spazio-tempo e la gravita’  sono emerse da quella che loro chiamano la fase pre-geometrica.
Fotini Markopoulou, una ricercatrice dell’istituto Perimeter del Canada insieme ad altri colleghi, ha sviluppato questo modello, in cui si ipotizza che a scale molto piccole e ad energie estremamente elevate (condizioni confrontabili con quelle della nascita dell’universo) non esiste lo spazio. Tutto quello che esiste e’ una rete (network, grafo) astratta fatta di nodi connessi tra loro da archi (edges) governati dalle leggi della meccanica quantistica. In questo stato a causa dell’alta energia ogni nodo e’ in contatto con gli altri.
Esempio di grafo

In base alla meccanica quantistica, questa fase pre-geometrica non e’ potuta durare a lungo. Quando il primo universo comincio’ a raffreddarsi,  esso subi’ una transizione di fase simile a quella dei cristalli  che si formano quando l’acqua viene raffreddata.  Durante questa transizione di fase i nodi cominciano ad allontanarsi tra di loro, separati da una certa distanza e cristallizati in una struttura regolare come quella di un reticolo. Questa struttura rappresenta lo spazio alla scala quantistica che e’ alla base dello spazio continuo che noi percepiamo alle scale piu’ grandi.
 
Fase pregeometrica-Caldo             Tempo dopo con il raffreddamento
 
Markopoulou, pensa che la quantum graphity possa spiegare il problema dell’orizzonte cioe’ il fatto che nell’universo esistono delle regioni molto distanti tra loro che sono precisamente alla stessa temperatura. Questo richiede  che nel passato queste regioni siano state vicine tra loro in modo da riuscire a scambiare la radiazione e anche la temperatura. Ma se estrapoliamo le posizioni precedenti grazie alle velocita’ a cui queste regioni si stanno muovendo, si trova che queste regioni non sono mai state cosi vicine da potersi scambiare qualsiasi informazione. E’ proprio grazie a questo problema che Alan Guth ha sviluppato il suo modello inflazionario in cui l’universo ha attraversato una fase iniziale molto breve in cui c’e’ stata un’espansione ad una velocita’ maggiore di quella della luce.
Quindi la quantum graphity potenzialemente puo’ risolvere questo problema senza ricorrre all’inflazione. Se qualsiasi cosa fu in contatto con qualsiasi altra cosa durante la fase pre-geometrica, allora ci dovremmo aspettare di vedere delle similarita’ tra regioni distanti dell’universo. E’ chiaro che il modello ha bisogno ancora di parecchio lavoro prima di poter competere con quello inflazionario ma sembra comunque dare dei risultati gia’ interessanti secondo quanto riportato da James Quach dell’Universita’ di Melbourne e dal suo team.
Secondo quanto sviluppato da questo team usando appunto la quantum graphity, la nascita dell’Universo dovrebbe essere modellata non tanto con il famoso Big Bang, quanto con un Big freeze, come l’acqua quando passa da liquida a ghiaccio. Il team ha suggerito che studiando le crepe e le fessure comuni a tutti I cristalli dovrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo.


Difetti presenti nell’acqua congelata
 
 
Pensiamo all’Universo iniziale come ad un liquido. Man mano che l’universo si raffredda esso si cristallizza in tre dimensioni spaziali e in una temporale che e’ quello che noi oggi osserviamo. Teorizzando l’universo in questo modo, quando esso si raffredda e’ normale aspettarsi la formazione di crepe nel reticolo cristallino allo stesso modo come si osserva nell’acqua congelata.  Alcuni di questi difetti potrebbero essere visibili e quindi provare la validita’ della quantum graphity.
La luce e altre particelle infatti, dovrebbero essere piegate o riflesse da questi difetti e percio’ in linea teorica noi dovremmo essere capace di osservare questi effetti. Nell’articolo pubblicato dal team vengono riportati I calcoli per alcuni di questi effetti e le previsioni sono sperimentalmente verificabili. Quindi l’annosa questione sulla natura dello spazio (continuo o particellare) potrebbe essere definitivamente risolta una volta per tutte.
Non ci resta che aspettare.

Come dovrebbero apparire i difetti del reticolo spazio-temporale riflettendo la luce

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